Cosa pensa, cosa sente, cosa prova un uomo alla vigilia della propria paternità.
Un uomo che decide di avere un figlio va incontro ad una fase del proprio ciclo di vita che ha un enorme potenziale di trasformazione. Diventare genitori comporta, infatti, una trasformazione dell’identità: insieme al proprio bambino un uomo vede nascere “un nuovo se stesso”
La fatica mentale ed emotiva che un uomo deve affrontare nel momento in cui si confronta con la possibilità di una paternità è davvero smisurata: nessuna altra sfida della vita comporta le stesse implicazioni emotive e psicologiche. In fin dei conti nulla è così definitivo e fa entrare un uomo nella dimensione del “ per sempre “ e “dell’eternità” come un figlio. L’essere padre è un concetto, una idea, una esperienza, un viaggio, una avventura che non ha mappe direzionali, percorsi tracciati. Ognuno deve intraprendere il suo viaggio personale dove tutto è imprevedibile, sconosciuto, misterioso. Diventare padre spaventa perché da alcuni uomini questo evento viene interpretato come un’interruzione del proprio ciclo di vita, un ostacolo nei confronti di tutto ciò che è stato conquistato fino a quel momento della propria esistenza: la posizione e la stabilità professionale; la libertà di usare il tempo libero a proprio vantaggio e piacimento.
Sostenere il ruolo, le funzioni e la competenza emotiva dei neo-papà significa investire in un fattore protettivo di salute di primaria importanza, non solo per il nascituro, ma anche per la coppia genitoriale.
La simbiosi tra madre e bambino è spesso così intensa e totale che un uomo può inserirsi al suo interno solo grazie alla disponibilità della propria compagna a farsi da parte per chiamarlo in causa, lasciando momenti diretti di interazione tra padre e figlio e fidandosi della sua capacità di essere presente e di prestare cure altrettanto premurose, sebbene dissimili da quelle che avrebbe adottato lei. Questo coinvolgimento del padre deve avvenire il più precocemente possibile. La mamma deve
“attivare” questo dispositivo di accadimento che nell’uomo scatta in modo meno automatico, rispetto a quanto succede alla donna. Infatti il sentirsi padre e la capacità di “costruire una propria immagine di sé assieme al bimbo”, così da soddisfare adeguatamente i suoi bisogni, sembrano essere nel maschio, associati all’opportunità di interagire precocemente con il proprio figlio.
Se questo “meccanismo” riesce ad essere attivato, la coppia affettiva si trasforma in un amorevole triangolo familiare, in cui ogni membro gioca un ruolo che automantiene la relazione affettiva all’interno del “nuovo sistema famiglia” e che permette al padre di abbracciare a tutto tondo la sua nuova dimensione genitoriale, connotata da una modalità emotiva sempre più personalizzata e amorevole. E’ questa la rivoluzione dei nuovi papà, così diversi dai padri del passato, che erano “caricati” di una forte valenza normativa, ma assai scarsi nell’assolvimento di funzioni affettive , la cui mancanza ha spesso lasciato affamati di un “amore di padre” i figli delle passate generazioni.
documenti di approfondimento: Paternità: un’indagine sulle emozioni dei “nuovi” padri
Riferimenti bibliografici:
Maggioni G. (a cura di,2000), Padri nei nostri tempi. Ruoli, identità, esperienze. Donzelli ,Milano
Pellai A. (2003), Nella pancia del papà. Padre e figlio: una relazione emotiva.F Angeli , Milano
Pellai A. (2007) Sul onte della tua pancia. Le emozioni di un uomo in attesa di un figlio. S. Paolo Milano
Quagli R. (2001) Il “valore” del padre. Il ruolo paterno nello sviluppo del bambino. UTET Torino